Che cosa è un mosaico? e che cosa non è? Luca Barberini lo sa bene

 

vento caldo

Vento Caldo di Luca Barberini – Flickr

 

folla

Folla di Luca Barberini – Flickr

 

colombe
Colombe di Luca Barberini – Flickr

Copia del famoso mosaico presente al Mausoleo di Galla Placidia, V sec. Ravenna


feudi di s.gregorio

feudi di s.gregorio di Luca Barberini – Flickr 

logo della famosa casa vinicola FEUDI DI SAN GREGORIO

Verdiano Marzi's mosaic

Verdiano Marzi’s mosaic di ari kokomosaico – Flickr

motoMoto by ari kokomosaico – Flickr

Luca Barberini lavora dal suo studio a Ravenna chiamata Koko Mosaico.

 

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Il centro storico di Firenze è patrimonio mondiale dell’UNESCO

Costruito sul sito di un insediamento etrusco, Firenze simbolo del Rinascimento, all’apice della sua vita economica e culturale all’epoca dei Medici nei secoli 15 e 16. I suoi 600 anni di straordinaria attività artistica, la cattedrale, la Chiesa di Santa Croce, gli Uffizi e Palazzo Pitti, opera di grandi maestri come Giotto, Brunelleschi, Botticelli e Michelangelo.

Ponte Vecchio

Ponte Vecchio

A partire dal 15 ° secolo, Firenze, esercitò una forte influenza sullo sviluppo dell’architettura e delle arti monumentali, prima in Italia, e poi in tutta Europa. Tra i secoli 14 e 17 Firenze era ricca di prestigiosi edifici che illustravano la munificenza dei banchieri e dei principi.

Il centro storico può essere osservato nella sua interezza dalle colline circostanti, in particolare Piazzale Michelangelo (appena sotto la Basilica romanica di San Miniato), o Fiesole, entrambi i quali offrono alcune delle viste più spettacolari della valle dell’Arno.

Costruito sulla città romana, il centro storico di Firenze può essere meglio descritto come uno scrigno di opere d’arte e di architettura. Costruito grazie al business del potere economico che Firenze aveva raggiunto, nei due secoli successivi furono anni d’oro per Firenze. L’attenzione spirituale della città è la Piazza Duomo di Santa Maria del Fiore, con il campanile di Giotto da una parte e il Battistero di San Giovanni di fronte, con le Porte del Paradiso di Lorenzo Ghiberti.

La celebre porta dorata di firenze riportata alla sua gloria dopo 33 anni

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La celebre porta dorata di Firenze riportate alla sua gloria dopo 33 anni

La versione originale restaurata, quella che Michelangelo soprannominò la ‘Porta del Paradiso‘, saranno in mostra nel Museo della città del Duomo nel mese di settembre in un ambiente a temperatura controllata. “Le Porte del Paradiso” è noto per essere un monumento all’età di umanesimo.

Sono stati accuratamente restaurati e nascosti al pubblico per 33 anni, ma ora le porte di bronzo dorato della Porta del Paradiso sono pronti ad attirare ancora una volta i turisti. Laser e bagni chimici sono stati utilizzati per rimuovere lo sporco e l’ossidazione, minacciando il futuro del maestoso capolavoro. Sei piedi di altezza, nove tonnellate di peso, Ghiberti impiegò 27 anni per completarla ed è considerata, nel mondo dell’arte, l’opera fondamentale del Rinascimento per il suo naturalismo e l’uso innovativo della prospettiva. Nel vedere le porte in piazza principale di Firenze, l’artista Michelangelo la soprannominò la Porta del Paradiso perchè potrebbe abbellire l’ingresso del cielo.

Ghiberti stesso ha detto ‘l’opera più originale che io abbia mai fatto.’ Dieci pannelli elaborati raffiguranti scene del Vecchio Testamento adornano le porte, e i due centrali sono busti che ritraggono l’artista e suo padre, Bartolomeo Ghiberti.

Lorenzo

Gli originali sono stati creati da Lorenzo Ghiberti nel 1452, ma dopo sei secoli, esposti agli agenti atmosferici, la decisione è stata presa per rimuoverli nel 1990 e avviare il processo di restauro

Gli originali restaurati saranno in mostra nel Museo della città del Duomo nel mese di settembre, e saranno tenuti in un ambiente a temperatura controllata. La copia delle porte rimarranno sul Battistero.

Ghiberti divenne famoso quando vinse il concorso nel 1401 per la prima serie di porte in bronzo per il Battistero del Duomo a Firenze. Brunelleschi fu il secondo classificato. Il piano originale era per delle porte che raffiguravano scene del Vecchio Testamento, e il pezzo prova doveva essere il sacrificio di Isacco. Tuttavia, il piano fu cambiato con scene che raffigurano scene del Nuovo Testamento.

Per svolgere questo lavoro, Ghuberti ha costituito un grande laboratorio in cui molti artisti si sono formati, tra cui Donatello, Masolino, Michelozzo, Uccello, e Antonio Pollaiuolo.

Quando la sua prima serie di ventotto pannelli fu completata, Ghiberti fu incaricato di produrre una seconda serie per un altro portale in chiesa, questa volta con le scene del Vecchio Testamento, come originariamente previsto per il suo primo set. Invece di ventotto scene, ne ha prodotte dieci rettangolari in uno stile completamente diverso. Erano più naturalistiche, con la prospettiva e una maggiore idealizzazione del soggetto.

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E.P

Mario Cucinella: la eco-casa ricaricabile da 100 mila euro

«La casa da 100mila euroa basso costo, a misura di desiderio, a basso impatto ambientale, è un bello slogan. A me piace però pensare che sia soprattutto un buon progetto. Un’architettura di tante architetture».

Mario Cucinella, 48 anni, nato a Palermo, cresciuto a Genova dove ha fatto parte del team di Renzo Piano, passato per Parigi e adesso di base a Bologna, non è un’archistar a cui piace mettere la firma su progetti avveniristici. Non si atteggia da celebrità, insomma, come tanti colleghi. Capita persino di non trovare il suo studio, che è il classico open space: ti aspetti un indirizzo almeno un pò glamour e invece arrivi alla sua bottega attraverso il cortile di un’azienda che vende impianti idraulici. Non è nemmeno uno che alza la voce, Cucinella: gli piace parlare piano, con il tono del ragionamento. Eppure il suo progetto per una casa da 100mila euro è un urlo contro il conformismo di tante costruzioni. Un’idea, spiega, che gli è venuta per «provare a dare qualcosa di diverso a un mercato che propone solo edilizia speculativa».

 

 

LA CASA DA 100MILA EURO è stata presentata la prima volta nel 2007, quando ancora i mutui subprime servivano per coronare un sogno e non erano un incubo. Sembrava un’originale fuga da un mercato, quello italiano, che allora quotava un alloggio tipo di 100 metri quadrati 263.600 euro. «Tutto il mondo costruito, l’abitare», spiega ancora Cucinella, «consuma e produce molta più anidride carbonica dei trasporti e dell’industria, settori che da anni sono monitorati e hanno preso l’impegno a ridurre il loro inquinamento. L’abitare invece è fermo, forse anche perché l’energia di un edificio non si vede, non ha un valore estetico, dunque è snobbata. Ma se diventasse un’opportunità creativa, una nuova forma di bellezza?».

Si è posto la domanda e ha cercato le risposte, Cucinella. Lui che, parafrasando Mies van der Rohe e il suo celebre less is more, ha come motto personale more with lessdi più con poco; lui che stupisce i suoi studenti universitari facendoli esercitare con gli spaghetti perché la fragilità delle costruzioni fiventi per loro un concetto familiare, quasi fisico; lui che guida un team in cui oltre agli architetti impegnati sui progetti ce ne sono altri dedicati solo alla ricerca sull’energia.

Basta fare dei semplici conti: «La spesa media mensile di una famiglia è di 2461 euro(fonte Istat). Di questi, il 5 per cento, dunque 123 euro, sono destinati a combustibili ed energia elettrica. Soltanto in elettricità il consumo medio per unità abitativa è di circa 3000 chilowattora all’anno. Se la singola casa diventa una piccola centrale produttrice di energia, con 70 metri quadrati di tetto piano a disposizione per un impianto fotovoltaico, in alcune zone d’Italia particolarmente soleggiate si arriva a coprire totalmente il fabbisogno».

«Ho analizzato pure uno studio del Wwf e della Makno», continua Cucinella: «Alla voce risparmio energetico, noi italiani siamo secondi solo agli svedesi. Non siamo distratti come si dice, semmai ci serve una prospettiva diversa. Che potrà arrivare quando ci sarà un decreto che riconosca il valore del fotovoltaico: in quel momento non avremo più un mercato di nicchia ma un movimento di massa. La gente capirà e apprezzerà la possibilità di pagare metà del mutuo con un’abitazione trasformata in una micro centrale di energia».

Ovviamente, le famiglie da sole non possono innescare questa rivoluzione. E infatti Cucinella corteggia allo stesso modo costruttori ed enti locali: agli uni chiede di ridurre le pretese senza per questo rinunciare ai loro profitti; agli altri presenta l’opportunità divalorizzare non solo terreni ma interi quartieri.

Valorizzare e riqualificare. Il tutto senza confinare la gente in casermoni che ancor oggi diremmo popolari: «La mia idea è piuttosto quella di proporre una casa tipo Ikeaalto livello di design a basso costo, accessibile a tutti. Sono convinto che sia un’espressione di grande democrazia portare il design nella vita di ogni giorno. Non dobbiamo lavorare nell’esclusività».

La casa da 100mila euro ha molti spazi comuni, è suggerita la condivisione delle spese collettive, si parla persino di car sharing, pensando a quanto spazio tolgono al verde i parcheggi, e di un orto condominiale gestito dagli inquilini. Provi a obiettare che forse la rivoluzione è ancora lontana e Mario Cucinella, con un sorriso, ti racconta il paradosso del trapano: lo abbiamo tutti in casa, per usarlo dieci minuti al mese se va bene. «Utilizzare senza possedere è la chiave di volta per abbattere costi e sprechi energetici», recita il suo “manifesto”.

Ma la comune non è esattamente la casa dei sogni… «La mia proposta è a misura di desiderio», ribadisce Cucinella sfogliando un catalogo: «Io ti dò un rettangolo da abitare. Il fatto che lo abiti tu lo rende diverso da quello che abito io. Mi diverto un mondo a presentare il progetto perché alla fine c’è sempre chi mi dice: “Architetto, è pure bella questa casa!“. È bello poterla personalizzare, è bello sapere che il cemento più leggero impiegato (e studiato con Italcementi) nulla toglie alla privacy: al contrario è un’altra fonte di risparmio perché è fatto di materiali da riciclo e migliora la prestazione termica di circa il 25 per cento. Soprattutto è bello avere una casa propria per cui non ci si è dovuti indebitare follemente. E, quando finalmente anche in Italia ci sarà l’obbligo di certificare le prestazioni, le case costruite così avranno un altro e più alto valore. Nascerà un mercato nuovo».

In che modo è costruita la casa da 100mila euro? L’impianto solare fotovoltaico e termico sul tetto copre i consumi totali dell’edificio, le superfici vetrate sfruttano al meglio il calore del sole anche in inverno e garantiscono tanta luce, mentre la protezione dalla radiazione solare è resa possibile da oggetti orizzontali e schermature esterne mobili. Ci sono poi un serbatoio di raccolta delle acque piovanepompe di calore a sonde geotermiche verticali o ad acqua di falda e, se il posto è ventoso, turbine eoliche di ultima generazione, belle da vedere, installabili in giardino.

Settimo Torinese avevano riservato nel loro piano regolatore un’area per edilizia sperimentale, realizzata con l’impiego di tecnologie rinnovabili. L’abbinamento col progetto di Cucinella, anche per la parte relativa alle emissioni di CO2 azzerate, è stato inevitabile. Nella sede che un tempo fu della Siva, la fabbrica di vernici diretta da Primo Levi, entro un anno saranno costruiti i primi 50 alloggi.

Non si tratta di aspettare chi seguirà l’esempio di Settimo Torinese, ma di attendere che il contagio virale faccia il suo corso. Di nuovo, Cucinella si mostra un esperto di architettura delle architetture: fa parte delcomitato scientifico di Symbola, la fondazione che si occupa delle eccellenze italiane;collabora con Legambiente; frequenta il mondo delle banche per garantire il certificato più importante per la riuscita del suo progetto, quello di economia e redditività che porta all’erogazione di mutui agevolati; segue le aziende che propongono nuovi prodotti per l’edilizia e collabora con Italcementi, con una partnership per una nuova generazione di materiali; infine parla di rottamazione: «Ma sì, rottamiamo l’edilizia orrenda. È un mercato immenso, una vera sfi da economica».

E per lui, si è capito, l’economia è quella del futuro. «Non si tratta del ritorno a un regionalismo dell’architettura», conclude Cucinella, che intanto continua a progettare nuovi edifici: gli ultimi sono il CSet Building a Ningbo in Cina, l’Ecobuilding a Podgorica in Montenegro e la sede della 3M a Pioltello. «Semmai, dobbiamo interpretare meglio il rapporto tra costruzioni e clima. È possibile trasformare un edifi cio da consumatore a produttore di energia? E con quali linguaggi si affronterà la realizzazione di un edificio così? Saremo capaci di sovrapporre al tema della qualità dell’architettura quello di un migliore e più razionale utilizzo dell’energia?».

Tante domande, tante risposte da cercare insieme. E, garantisce l’architetto, non è solo architettura.

 

Fonte WIRED.IT

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E.P

Alessi Cartier Swatch Swarovski stregati dall’Alchimia di Mendini

Dalla fine degli anni settanta, Alessandro Mendini è uno dei rinnovatori del design italiano sia come intellettuale e autore di scritti, che come rispettabile membro del gruppo Alchimia.

Mendini for Alessi

Mendini per Alessi

Alessandro Mendini ha lavorato per molte società come Alessi, Venini, Cartier, Swatch, Swarovski, etc…

Mendini for Swatch

Mendini per Swatch

Proust Chair

la Poltrona di Proust

Alessandro Mendini ha progettato anche molti palazzi pubblici in Italia e nel mondo: la torre dell’orologio in Gibellina, il Museum of Groningen in Olanda, la Torre del Paradiso a Hiroshima, il Museo delle Ceramiche di Icheon Corea.

Mendini for Venini

Mendini per Venini

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E.P